A Talamello si arriva da Novafeltria, o ancora meglio, procedendo sul crinale che guarda la Valle dell’Uso, insinuandosi tra i calanchi.

Talamello è un castello e piacevole può essere perdersi al suo interno, tra i vicoli che ospitarono i Carpegna, i Feltri, i Malatesta.
Nella storia, l’appoggiarsi di Talamello su una propaggine del Monte Pincio, rese questo borgo di grande interesse strategico.

Fu sede di diocesi in epoca basso-medievale e ancora oggi se ne può ammirare il quattrocentesco Palazzo vescovile.
A Talamello si trovano anche opere artistiche antiche come la celletta affrescata da Antonio Alberti da Ferrara su richiesta del vescovo Giovanni Seclani nel 1437 o il Crocifisso trecentesco di Giovanni da Rimini che la tradizione locale vuole attribuito a Giotto.

Anche la Chiesa del Convento di Poggiolo è una meta discreta ed affascinante da non mancare.
E ci svela un segreto: custodiva il Crocifisso prima che questo fosse portato nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo.

Talamello conserva antiche tradizioni come la fossatura del formaggio, che viene infossato nel mese di agosto per poi ritornare alla luce nel mese di novembre; tale evento è celebrato dalla fiera l'”Ambra di Talamello”, così chiamata da Tonino Guerra, che si festeggia nelle prime due domeniche del mese.
Questa usanza di mettere il formaggio nelle fosse pare abbia origine nel medioevo quando gli allevatori della zona dovevano nascondere i formaggi ai predoni e ai ladri.

Il Comune di Talamello è famoso anche per la celebre Festa della Rana che si svolge nel piccolo borgo in agosto. La gara consiste nel trasportare delle rane o rospi su alcuni carretti trainati, tentando di tagliare il traguardo senza che queste saltino via, e vince chi trasporta la rana più grossa.